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LAVORAZIONE DELL’OLIO USATO PER OTTENERE IL BIO-DIESEL

All’arrivo del rifiuto in stabilimento vengono fatti i controlli di qualità e le analisi di routine,
poi viene fatta una parificazione ed eliminazione degli odori e la winterizzazione necessaria per uso come bio-diesel. Questo procedimento serve ad abbassare la temperatura a cui il prodotto è ancora in grado di scorrere (cioè è ancora liquido) e viene portati il punto di scorrimento a –6° C°.
La successiva lavorazione consiste in una transesterificazione con alcool metilico dopodiché è pronto il Bio-diesel composta da esteri metilici degli acidi grassi vegetali.

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IL BIO-DIESEL

Il Bio-diesel, il più conosciuto tra i combustibili alternativi al gasolio, è estratto da semi vegetali e per la sua natura non è inquinante. Esso viene usato sia per autotrazione che per riscaldamento; tale combustibile per la sua natura vegetale contribuisce infatti a ridurre le emissioni in atmosfera di prodotti inquinanti, tipici dei combustibili minerali e/o del metano. L’olio vegetale esausti , oltre agli estratti di semi vegetali, viene usato come base di partenza per fare il Bio-diesel o gasolio ecologico, quindi il prodotto viene notevolmente nobilitato passando da rifiuto a combustibile ecologico.

 

 

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UNA FONTE DI RISPARMIO ENERGETICO

Come molti altri residui anche l’olio vegetale usato può rappresentare, se raccolto in modo differenziato dagli altri rifiuti, oltre che vantaggi di carattere ambientale anche una fonte di risparmio energetico perché è possibile dopo corretti processi di rigenerazione, un suo riutilizzo industriale.
L’olio vegetale usato, raccolto da aziende raccoglitrici autorizzate in contenitori adatti allo stoccaggio e al trasporto viene avviato alle aziende di rigenerazione.
Qui si procede alla fase di grigliatura per separare le parti solide, in seguito stoccate e poi trattate. Successivamente il processo di rigenerazione continua portando il residuo ad una temperatura di circa 70 gradi e convogliandolo in speciali “ agitatori a serpentina” o “centrifughe”, separato dall’acqua e da altre sostanze presenti e quindi raffreddato. Le acque così ottenute a loro volta vengono depurate.

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L’OLIO VEGETALE USATO DI FRITTURA: UNA MINACCIA PER L’AMBIENTE

In Italia vengono, ogni anno, immessi al consumo ( direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) 1.400.000.000 di chili (1.400.000 ton) di olio vegetale per un consumo medio pro capite di circa 25 Kg. annui (fonte Ministero della Sanità). Di questa quantità si stima un residuo non utilizzato pari a circa il 20%. Ci troviamo quindi di fronte ad oltre 280 milioni di chili (280 mila ton.) di olio vegetale usato, circa 5 Kg. a testa, che ogni anno “restituiamo” all’ambiente, in gran parte sotto forma di residuo di fritture e quindi “ricco” di sostanze inquinanti.

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